Il nuovo vertice sulla manovra si è concluso con un nulla di fatto. Iv conferma: “No le tasse sulla plastica e sulle auto aziendali”.
ROMA – Fumata nera al vertice sulla manovra che si è svolto a Palazzo Chigi. Nel pomeriggio di giovedì 5 dicembre 2019 è stata convocata una riunione per cercare di trovare l’accordo su alcune riforme ma c’è stato un nulla di fatto. Il premier Giuseppe Conte è stato costretto a riunire i suoi dopo la polemica di Iv, intenzionata e eliminare le tasse sulla plastica e sulle auto aziendali. Le parti sono tornate al tavolo della trattative il 6 dicembre, senza trovare una sintesi.
I partiti si sono dati nuovamente appuntamento al 6 dicembre per provare superare l’impasse. I nodi da sciogliere restano plastic e sugar tax oltre che l’imposta inserita sulle tasse aziendali. Italia Viva ha chiesto la cancellazione definitiva di questi provvedimenti anche se Palazzo Chigi frena: “Siamo tutti d’accordo che dobbiamo fare uno sforzo per ridurre la tassazione“.
Il pugno duro di Italia Viva
No alla plastic tax e alle imposte sulle auto aziendali. E’ questa la posizione di Italia Viva che nella mattinata del 5 dicembre ha annunciato un emendamento abrogativo di questi due provvedimenti. Immediata la reazione di Palazzo Chigi che ha convocato un vertice di maggioranza per riuscire a risolvere l’impasse.
Ma la riunione si è conclusa con un nulla di fatto. Il partito di Matteo Renzi, infatti, non ha accettato il compromesso di ridurre la tassazione con le parti che sono tornate a confrontarsi, ancora senza successo, la mattina del 6 dicembre.
I nodi da sciogliere
I nodi più importanti sembrano essere proprio questi tre. Da parte di Italia Viva il no alle tasse sulla plastica, sui prodotti dolci e sulle auto aziendali sembra essere definitivo anche se Palazzo Chigi continua a sperare in un compromesso.
L’eliminazione di questi provvedimenti, infatti, metterebbe a rischio la maggior parte della legge di bilancio vista l’assenza di coperture. Da Italia Viva è arrivata la proposta di procedere con una riforma strutturale che possa attingere anche dai fondi stanziati per il reddito di cittadinanza, una provocazione per il MoVimento che fa muro.